Siamo a sud di Roma! – Lunapark 8

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Siamo a sud di Roma, stiamo arrivando!” twittarono i barbuti sicari dell’autoproclamato califfato dell’ISIS.

La minaccia jihadista non impressionò più di tanto il signor Renato, ormai fermo da quasi due ore sul Raccordo, allo svincolo tra l’A1 e la Romanina: “Voglio proprio vede’ si ariescono a arriva’ ar casello, li mortacci loro” ringhiò rabbiosamente quando la giornalista di Tele Beatiful Sister Tower International, precariamente in equilibrio sul tacco 12, gli infilò quasi il microfono tra i denti per chiedergli un commento sulla notizia del giorno.

“Ma come, non teme l’avanzata travolgente delle bandiere nere?” insistette petulante la cronista, sporgendosi sempre di più all’interno dell’auto.

“A signorì, ma nun lo vede?” sbottò spazientito il signor Renato “Qui è ‘n casino. Ma chi ce vo venì a Roma! Le strade c’hanno più crateri daa Luna, sai quanno parti ma non sai quanno arrivi, nun trovi più posto a parcheggià manco in tripla fila, de li viggili nun se vede più neppure l’ombra e già se so’ messi in malattia per Giubbileo dell’anno prossimo, ce sta ‘no sciopero de li mezzi ogni du giorni, la metro C se la so’ persa dalle parti de Piazza Venezia e nun sanno più che fa’. Dice: avemo trovato li reperti! Ma no! E che se pensavano de trovà lì sotto, er parcheggio de la Coop? Insomma si sei furbo qua nun ce vieni proprio. Anzi, da sto posto prima te ne vai e meglio è, damme retta” sentenziò, aggiungendo rassegnato: “d’artronde questa è storia antica, so’ dumila anni che annamo avanti così. Pure San Pietro glielo disse a Nostro Signore, quando voleva entra’ in città: <<Quo vadis, Domine?>>, che voleva di’, in sostanza,  Signo’ ma ndo c… pensi de annà? Lassa perde, insomma” concluse sfatto il signor Renato.

“E no Renà” s’inalberò a quel punto la signora Elide, fino ad allora preoccupata esclusivamente delle occhiate del marito alle pericolose oscillazioni all’interno dell’ampia scollatura della giornalista. “nun esse blasfemo, che famo peccato. E poi nun da’ tutta sta confidenza a sta squinzia”.

“Il mio compito è proprio quello di capire quanta ignoranza c’è sul problema dell’integralismo, e vedo che ce n’è tanta” replicò acida la giornalista, nel frattempo vittima della mano morta del tassista fermo dietro di lei.
“Gnorante ce sarai tu e tutti li parenti tua” squittì inviperita la signora Elide, ormai pronta alla rissa se solo fosse riuscita ad aprire lo sportello, bloccato invece dall’auto affianco. Rassegnata pose una mano su quella del marito e sospirò: “Rena’, nun se dovemo preoccupa’, noi c’avemo er Papa. Vedrai, ce sarveranno le sue preghiere” concluse ispirata, facendosi il segno della croce.
“A Elide, a noi più ch’er Papa ce sarvera’ er Raccordo Anulare” replicò pensosamente il signor Renato, riaccendendo il ventilatore a pile sul cruscotto della vecchia Punto.
Allora la giornalista si rialzò, vide il mare di auto bloccate intorno a lei ed ebbe precisa la visione dei gipponi dell’ISIS inesorabilmente fermi, con le bandiere afflosciate, all’altezza dell’autogrill Casilina, l’unico al mondo con la Rustichella “porchetta e ketchup”, e convenne che aveva ragione il signor Renato, la Cristianità non era ancora in pericolo.